Non c’è analisi sul mercato della cannabis light in Italia – e nel tempo, a dispetto della mancanza di dati ufficiali, ne sono state svolte numerose – che possa davvero prescindere dal rispondere a domande come quanti sono e chi sono gli italiani che fanno uso della marijuana legale e altri prodotti derivati dalla canapa.
Uno degli studi più completi in materia, realizzato come guida per chi ha intenzione di avviare un business nel campo, suggerisce che almeno sei milioni di italiani facciano attualmente uso di cannabis light.
Non solo la categoria merceologica è ampia: sotto l’etichetta di cannabis light rientrano infiorescenze di marijuana e hashish legale, CBD oil, cristalli di cannabidiolo, cosmetici e altri prodotti anche alimentari come farine, tisane, eccetera alla canapa, tutti caratterizzati da un basso tenore di THC (il cannabinoide reputato responsabile di effetti psicoattivi: la soglia massima è fissata in Italia allo 0.2%) e un’alta concentrazione invece di CBD (o cannabidiolo, principio attivo dai numerosi benefici confermati per il corpo e per la mente).
Ci sono anche tipologie di consumatori differenti sia per occasione e sia per frequenza d’uso: esistono cioè in Italia, come in ogni altro paese al mondo, consumatori che fanno un uso abituale di cannabis light e altri prodotti CBD e consumatori, invece, che ne fanno un uso più sporadico o addirittura occasionale. Ancora alcuni consumatori acquistano i prodotti al cannabidiolo a solo scopo ricreativo, altri sono interessati agli effetti benefici che hanno e a includerli nelle proprie routine beauty, alimentari, di rilassamento, eccetera.
La maggior parte di italiani che fanno uso di cannabis light appartiene, comunque, alla fascia d’età tra i 35 e i 45 anni. Sono consumatori regolari di questo tipo di prodotto e, cioè, acquistano derivati CBD in maniera ricorsiva. Il buon potere di spesa li indirizza verso prodotti di elevata qualità, provenienti da coltivazioni certificate e che rispettano i più alti standard di sicurezza europei. Tra i trend del momento di cui questa fetta di consumatori si fa più portavoce c’è la preferenza verso la cannabis light di origini biologiche. Rilassarsi è il motivo principale per cui i trenta-quarantenni italiani fanno uso di cannabis light e questo li spinge a preferire formulazioni e varietà ad hoc. L’olio di CBD, per esempio, è una delle referenze che contano di più sull’intero fatturato del settore e tra le varietà di marijuana light più vendute in Italia ci sarebbe la Destiny, nota appunto per le sue proprietà rilassanti.
Altra fetta di consumatori interessante a cui guardare per capire meglio come va il mercato della cannabis light in Italia è quella dei consumatori over 65: anche per ragioni anagrafiche questi consumatori sono interessati più ai benefici specifici del cannabidiolo, sulla pelle per esempio, che al suo generico effetto rilassante. Proprio i cosmetici al CBD sono un altro dei prodotti della categoria più venduti oggi in Italia, ritenuti capaci come sono di rallentare l’invecchiamento cutaneo e alleviare rughe, macchie e altri segni del tempo. Per i prodotti anti-aging al cannabidiolo la spesa tende a essere sostenuta: più almeno dei 9-12 euro spesi in media dagli italiani per altri prodotti derivati dalla canapa.
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